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Di ritorno da Malta, nel 1091 per Ruggero I d’Altavilla si posero due impellenti problemi: come mantenere il controllo del territorio conquistato e come cristianizzarlo.
LA POLITICA DI CONTROLLO EL TERRITORIO.
Ruggero I per controllare il territorio avviò un programma di feudalizzazione, distribuendo ai suoi fedelissimi parti del territorio dell’isola.
LA POLITICA DI RILATINIZZAZIONE E CRISTIANIZZAZIONE DEL TERRITORIO.
Un altro modo per tenere sotto controllo il territorio conquistato fu l'avvio di un’accorta politica religiosa facendo costruire nuovi vescovati, nuove abbazie e conventi, ripristinando e proteggendo le chiese e i monasteri che ne avevano bisogno affidando queste strutture a religiosi a lui vicini, ai quali furono concessi privilegi ed esenzioni con il beneplacito del papa Urbano II. Le strutture religiose quindi avevano una doppia funzione: quella di cristianizzare il popolo, mantenendo la buona convivenza con le altre religioni, e quella di controllo del territorio.
Inoltre, intorno al 1101 (data non certa), donò il monastero di San Filippo d'Agira all'istituzione benedettina di Santa Maria Latina di Gerusalemme, come del resto aveva già fatto in Calabria il fratello Roberto il Guiscardo nel 1085 e avrebbero fatto i suoi consanguinei in Puglia nel 1113. Era fondamentale rafforzare i rapporti con questo monastero che rappresentava la più autorevole istituzione di rito occidentale nella Città Santa.
Questi due programmi gli avrebbero garantito un diretto controllo del territorio e del suo dominio dal momento che sia i feudi che le strutture religiose erano in mano a persone a lui fidate.
RUGGERO CONCEDE A GOFFREDO LA CONTEA DI RAGUSA
Tra le prime e più significative decisioni di tipo feudale di Ruggero I vi fu la creazione della Contea di Ragusa, probabilmente nel 1091-
Ragusa quindi divenne il capoluogo di questa Contea e Goffredo ne fu il primo Conte. Il vasto feudo inglobò le terre dell'attuale territorio di Comiso, dell'antica Kamarina fino al Dirillo, Donnafugata, il Casale ed Ecclesia Sanctae Crucis de Rosacambra (a cui appartenevano: Punta Secca ed il territorio di Casuzze) e Mazzarelli.
PERCHÉ GOFFREDO NON DIVENTA EREDE DI RUGGERO?
Probabilmente Ruggero dopo la morte del primogenito Giordano (anche lui figlio illegittimo?), aveva deciso di nominare Goffredo erede al trono della Contea di Sicilia. Ma non lo fece. Secondo lo storico Goffredo Malaterra, non lo fece o perché Goffredo era affetto dal “morbus elephantinus” (lebbra ?) o perché Goffredo rinunciò volontariamente ad esso a causa del grave male che lo vedeva sofferente.
Secondo altri invece non salì al trono in quanto era figlio illegittimo, contraddicendo coloro che sostenevano che era figlio della contessa Eremburga. Ad ogni modo una cosa era certa: Goffredo era figlio di Ruggero.
LA CONTEA DI RAGUSA FEUDO DI “PRIMARIA SIGNORIA”.
Ma Ruggero volle fare un ulteriore regalo a sua figlio e così assegnò alla Contea di Ragusa un privilegio particolare, quello di “Primaria Signoria”. All’epoca chi governava un feudo di “Primaria Signoria” non solo acquistava un notevole grado di indipendenza nei confronti dal re o dal sovrano concedente, ma potevano godere di poteri che le signorie minori non potevano esercitare.
Chi governava una “Primaria Signoria” poteva concedere ai vassalli inferiori feudi minori che ricadevano sotto la sua amministrazione. Goffredo e gli altri conti di Ragusa usarono spesso questo privilegio e fecero inoltre numerose concessioni ai privati cittadini, circondandosi di una vera corte di Militi e Baroni.
Ma chi governava una “Primaria Signoria” godeva di un altro particolare privilegio, quello di amministrare non solo la giustizia civile, ma anche quella criminale e poteva trasmettere questa prerogativa ai propri figli. Il diritto di amministrare la giustizia civile era concesso a tutti i Baroni, ma quella di amministrare la giustizia criminale era un privilegio riservato a pochi baroni, quelli importanti. Amministrando la giustizia criminale il Conte si riservava il diritto di accertare la colpevolezza dell'imputato, e quindi la sua responsabilità Penale.
La contea di Ragusa, per la sua autonomia, diventò così un "Regnum in regno". Il conte poteva essere paragonato ad un vero piccolo sovrano nella sua contea, non avendo nessun obbligo verso il grande conte, all’infuori di quello del servizio militare, al fine di proteggere e combattere in sua difesa.
GOFFREDO SCEGLIE COME RESIDENZA IL CASTELLO DI RAGUSA
Goffredo scelse come dimora il castello di Hybla che fece restaurare, dopo la devastazione fatta dagli arabi. Il castello bizantino fu così ulteriormente rinforzato e reso inespugnabile da imponenti opere di fortificazioni e diventò così una vera reggia tanto era la magnificenza, quasi regale, che vi si sfoggiava. Abitavano nel castello anche il Cappellano maggiore, il Notaio particolare, uno Stratigoto (o strategoto), un Vicecomite, un Governatore.
LA POLITICA DI GOFFREDO.
Da figlio rispettoso qual era, nella gestione della contea si mosse seguendo la politica del padre. Le direttrici della sua politica furono:
• La valorizzazione del territorio.
• Il ripristino della religione cattolica.
• La ripopolazione del territorio.
La valorizzazione del territorio fu rivolta soprattutto al “Tenimentum Rogon in capite Cambri” ed in modo particolare al “Casale Sanctae Crucia de Rasacambra” in quanto, come già detto, questo territorio rappresentava un punto nevralgico e particolarmente strategico non solo per la difesa del territorio , ma anche per lo sviluppo del commercio e dell’agricoltura. Per cui tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo fu attuato un programma di forte crescita del piccolo abitato preesistente (come dimostrano gli scavi archeologici).
Il ripristino della religione cattolica fu attivato incentivando il culto e la tradizione religiosa locale, favorendo la costruzione di chiese e conventi e mantenendo il rispetto per i musulmani. A Ragusa (l’attuale Ibla, Ragusa Sopra ancora non esisteva) modificò ampliandola la chiesa di San Giorgio (che era vicino ai giardini, di cui rimane il portale e che non deve essere confusa con quella attuale). La chiesa fu ripristinata, arricchita nell’arredo e nelle dotazioni patrimoniali. Fece costruire una prioria gestita da fedelissimi benedettini quale presidio religioso, con il compito di vigilare il “Tenimentum”.
Il ripopolamento del territorio fu attuato favorendo l’arrivo di famiglie provenienti dai territori vicini. La conquista normanna, come già detto, non fu pacifica e aveva provocato una diminuzione della popolazione o per morte o per fuga. A tal proposito fu ben accetta ad Ibla una colonia di Cosentini, provenienti dalla Calabria, che si insediarono alle pendici dell'altopiano, fuori le mura cittadine. Intorno al 1093, Ragusa si arricchì di una colonia di cosentini. Non si sa esattamente quanti fossero, ma sicuramente un buon numero se è vero che gli abitanti locali impedirono ai nuovi arrivati di abitare all'interno della città e di costruire nuove case. I cosentini furono costretti ad attendarsi sulla spianata del Patro in meschine capanne. Fortunatamente con il passar del tempo i nuovi arrivati si integrarono con gli abitanti di Ragusia tanto da costituire il quartiere dei Cosentini, ma entrambi le comunità mantennero separati gli interessi e le tradizioni.