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DIFFORMITA' FRA L'ATTUALE LINEA DI COSTA E QUELLA DESCRITTA DAGLI STORICI.
Come già detto nella pagina precedente, tra il XII ed il XIV secolo d.C. nel nostro tratto di mare transitavano navi provenienti dalla Sicilia occidentale (Agrigento, Gela) dirette a Punta Secca, Capo Passero e Siracusa (come dimostrano i ritrovamenti provenienti dal mare), ma anche navi provenienti dalla penisola italica e dal Medio Oriente, destinate ad imbarcare granaglie, carni salate, pelli conciate, formaggi e che portavano ceramiche come prodotti secondari. Gli approdi delle Kaucanae per la loro strategica posizione erano punto di partenza preferenziale e obbligato per il traffico commerciale e per il transito delle truppe dirette a Malta ed in Africa.Molte fonti storiche hanno descritto nel tempo la nostra costa e può capitare che leggendone le descrizioni si faccia fatica ad individuare con esattezza una determinata località. Questo accade perché nella nostra mente abbiamo impressa l’attuale linea di costa ed invece occorre fare uno sforzo mentale ed immaginare la costa che va da Punta Braccetto a Casuzze sgombra da tutte le infrastrutture ed opere create dall’uomo (strade, ponti, borghi, porti, lungomari, piazze, bonifiche, coltivazioni….). Inoltre dobbiamo tener presente che la linea di costa era sicuramente diversa da quella attuale: in certi punti la costa era più avanzata, in altri invece arretrava.
L’erosione, il vento, le correnti, le mareggiate, le piogge torrenziali, l’ingrossamento dei fiumi ed il loro trasporto di corpi solidi, la diversa utilizzazione dei suoli, le paludi, gli stagni costieri, rendevano sicuramente alcuni tratti della nostra costa molto diversi da come siamo abituati a vederli. Basandoci sulle descrizioni di diversi storici, e considerando i risultati delle immersioni effettuate negli anni dagli uomini del Centro Subacqueo Ibleo di Ragusa, vediamo allora come doveva essere la nostra costa intorno al XVII secolo.
COM'ERA CAPO SCALAMBRI.
Fino al XVII secolo Capo Scalambri si presentava come un promontorio roccioso poco alto che si allungava sul mare per circa 123 m (60 canne secondo Camillo Camilliani) fino a raggiungere la striscia di scogli denominati “l’isola”. L’isola quindi era attaccata alla costa formando un istmo di terra che però, tra la fine del XVIII e la fine del XIX secolo, fu letteralmente spezzato dalle forti correnti. Lo smantellamento di quella lingua di terra non fece altro che accelerare il fenomeno erosivo della linea di costa ad est del faro rendendola molto diversa rispetto alle antiche descrizioni.
Il faro di Punta Secca risultava posto su una roccia a 1,75 m sul pelo dell’acqua, quindi il mare era più avanzato di adesso.
Il mare, a ponente del faro si addentrava fino oltre le prime case (probabilmente al posto della casa del commissario Montalbano c’era il mare) e formava una grande rada naturale “La Baia di Ponente” la cui entrata era protetta dalla rocca del faro, che proteggeva le imbarcazioni dal vento di scirocco proveniente da Sud-
RINVENIMENTI SUBAQUEI.
Queste due baie erano le più frequentate. Anche se le navi onorarie romane, o le navi ed i vascelli mercantili moderni non erano in grado di ormeggiare vicino alla riva, per i bassi fondali, l’intenso traffico delle merci, fra i grossi battelli e la costa, il piccolo cabotaggio ed il rifornimento di soldati (in pieno medioevo) era garantito da agili e capienti battelli, che facevano la spola fra le navi ormeggiate al largo e la costa. I porti di Punta Braccetto, di Punta Secca e di Casuzze favorirono, in tempi remoti, lo sviluppo dell’attività marinara delle Kaucanae, epicentro del traffico marittimo nel Mediterraneo. Di questo intenso traffico commerciale ne sono testimonianza i diversi rinvenimenti subacquei antichi e moderni.
Ad avvalorare ancor di più l’importanza commerciale di questo tratto di costa è l’antica direttrice, l’attuale via delle Vignazze, che dall’interno portava sulla costa, giungendo fino al mare in prossimità dell’edificio 22 del quartiere di Anticaglie II. Attraverso questa via venivano scambiate le derrate alimentari locali con i prodotti che portavano le navi.