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L'opportunità per gli emiri aghlabidi di Ifriqiya giunse nell'827, quando il comandante della flotta bizantina isolana, Eufemio, si rivoltò nell'826. Sconfitto dalle forze fedeli a Bisanzio fu cacciato dall'isola, Eufemio, per vendicarsi cercò l'aiuto degli Aghlabidi. A questo punto la Sicilia bizantina rappresentò per gli Arabi un boccone troppo vicino e troppo appetitoso per non essere presa in considerazione.
GLI AGHLABITI DECIDONO DI CONQUISTARE LA SICILIA (827 -
In quel periodo nell'Ifrīqiya regnava il terzo sovrano della dinastia Aghlabita, l'emiro Ziyadat Allah I. Costui, poichè persistevano forti contrasti interni tra le fazioni e tra i notabili arabi, prima di prendere una decisione sulla proposta di Eufemio, convocò nell'827 un'assemblea (costituita da notabili e giuristi) per consultarli sull'opportunità di invadere o meno la Sicilia. Si giunse così alla decisione di attaccare la Sicilia allo scopo di conquistarla, grazie al ruolo decisivo svolto dal giurista coranico (Kadì) Asad Ibn al-
L'ATTACCO.
Il 14 giugno dell'827 l'emiro Ziyadat Allah I, con il pretesto di aiutare Eufemio, che poi nella realtà fu prontamente messo da parte, organizzò una spedizione di 10.000 soldati con 100 navi e 700 cavalieri, che partì dal porto di Susa con a capo il qadì Asad ibn al-
Gli emiri aghlabidi mantennero una splendida corte, sebbene a costo di tasse oppressive; le loro opere pubbliche per la conservazione e la distribuzione dell'acqua, contribuirono alla prosperità dell'isola.
FINE DEL DOMINIO AGHLABITA
Sul finire del 9° secolo e nei primi anni del sec. 10° il dominio degli Aghlabiti, indebolito da frequenti rivolte delle tribù berbere venne attaccato dai seguaci di Abū ῾Abdūllā´h ash-