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GUGLIELMO D'ALTAVILLA, 3° CONTE DI RAGUSA (1163 – 1193)
Il terzo conte di Ragusa fu Guglielmo (figlio di Silvestro), 2° Conte di Marsico. Costui dovette fuggire dalla Sicilia per la sua fedeltà nei confronti del Re Tancredi di Sicilia, che fu costretto a cedere il titolo di re all'Imperatore di Germania Enrico VI. Il Conte Guglielmo morì lontano dalla sua patria, sicuramente soffrendo chissà quali sofferenze, dal momento che Enrico VI volle distruggere la stirpe normanna. Tutti e tre Silvestro, Goffredo e Guglielmo furono insigniti della “competenza feudale” titolo che consentiva loro di riscuotere le rendite e di amministrare la giustizia sia civile sia penale.
DICEMBRE 1173 IL CONTE GUGLIELMO RICONFERMA LA DONAZIONE
Nel dicembre del 1173 Guglielmo, figlio di Silvestro, riconobbe e riconfermò la donazione alla Latina del casale. Ecco come si espresse:
“Noi Guglielmo, per grazia di Dio e del re, Conte di Marsico, mentre eravamo nel nostro castello di Ragusa…… con il nostro privilegio confermiamo i doni che il signore Goffredo di Ragusa nostro avo ed il signore conte Silvestro nostro padre, di felice memoria, donarono alla stessa chiesa.”
Guglielmo, 2° conte di Marsico e 4° conte di Ragusa, dal suo castello, confermò a Facondino, priore di San Filippo d’Agira e a frate Enrico della stessa chiesa i doni elargiti da suo nonno Goffredo e da suo padre Silvestro.
GUGLIELMO FACILITA IL COMMERCIO CONCEDENDO DEI PRIVILEGI.
Altre notizie sul casale di Sanctae Crucis che il Prof. Salvatore Longo Minnolo ha ritrovato nelle pergamene riguardano alcune concessioni che il conte Guglielmo fece ai santacrocesi.
Intorno al 1175 il casale fece registrare un consistente sviluppo sia demografico che urbanistico, anche perché le sue terre erano ricche d'acqua, largamente coltivabili e produttive. L’economia, basata soprattutto sulla coltivazione di alberi da frutto e del cotone (portato dagli Arabi), era fiorente.
Esisteva anche un vivace mercato dove confluivano musulmani, cristiani, gente di altre religioni e forestieri. I due privilegi accordati dal conte Guglielmo non fecero altro che dare un’ulteriore spinta agli scambi economici, tanto che il casale fu considerato uno degli abitati rurali più importanti delle terre degli Altavilla.
Quindi possiamo dire che il conte voleva bene agli abitanti del casale e ci teneva a mantenere buoni rapporti con gli abitanti perché lui considerava questo “un luogo strategico”.
ABOLIZIONE DEL BALZELLO DI QUATTROCENTO PELLI DI CONIGLIO
Guglielmo esenta la Latina di Gerusalemme dal tributo annuale di quattrocento pelli di coniglio che il casale di Santa Croce, tramite il priore del monastero di Sanctae Crucis di Rasacambra, soleva annualmente dare a lui e a suo padre. Tale esenzione venne estesa anche ai suoi successori o eredi. Era una tassa che veniva pagata dai santacrocesi e dai monaci del Monastero per avere il permesso di cacciare i conigli nel bosco che c'era presso Santa Croce. Solo conigli, perchè per gli altri animali quali: cervi, daini, cinghiali perché il diritto era riservato esclusivamente al Conte Goffredo ed ai suoi figli.
ABOLIZIONE DEL PLATEATICO.
Il conte Guglielmo per dimostrare la sua generosità nei confronti dell’abbazia di Gerusalemme regolamentò il pagamento del tributò del “plateatico”, cioè la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, con le seguenti modalità:
Esonero totale del plateatico se gli scambi commerciali avvenivano fra gli abitanti del casale.
Tariffa minima se gli scambi avvenivano fra abitanti del casale ed estranei.
Tariffa intera (exationem plaze integram), se gli scambi avvenivano fra gli estranei.
Anche se il beneficio dell’esenzione era applicato alla Latina di Gerusalemme, in pratica ne beneficiarono gli abitanti del casale. Non c’è dubbio che abolendo il plateatico il conte Guglielmo non fece altro che facilitare ed agevolare l’economia e gli scambi commerciali del casale dove arrivavano soprattutto commercianti di Scicli, di Modica ma anche da altri paesi viciniori. Il monastero di Agira, che fungeva da intermediario, aveva il compito di incassare gli introiti di questa tassa e di girarli poi nelle casse della Latina di Gerusalemme.
N.B.
Nelle prossime due pagine lasceremo la Contea di Ragusa per chiarire meglio i rapporti esistenti fra la chiesa di San Lorenzo di Scicli con il casale di Santa Crocee con la Latina.