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Nel 1871 fu costruita la strada che partendo dalla rotabile S. Croce – Comiso attraverso le contrade Imperatorello e Randello giungeva fino alle terre di Piombo, di proprietà del marchese Arezzo.
Il 28 febbraio del 1872 l’area dell’antica chiesetta del Carmine diroccata e fatiscente, fu dichiarata “res nullius” e destinata alla costruzione della Casa Municipale. La spesa complessiva per il Municipio fu di £ 25.942,36 a cui si dovettero aggiungere £ 4.419,47 e per la costruzione della nuova chiesa del Carmine nella zona compresa fra Via Carmine e case Pluchino.
Nel 1873 l’Amministrazione provinciale approvò il prolungamento della S. Croce-
Tale prolungamento contribuì a favorire lo sviluppo della borgata.
Nel
Nel 1875 il Piano della Madrice, cioè l’area a fondo naturale antistante la chiesa madre, fu coperta con lastroni di granito, lasciando ai margini spazio sufficiente per la strada perimetrale e per i marciapiedi.
Nel 1883 si fecero opere per facilitare l’accesso dei cittadini alla Fonte Paradiso. Fu sistemata la strada d’accesso, fu creato un belvedere ed una scalinata.
Il 18 marzo 1883 l’Amministrazione comunale istituì la fiera-
Nel
IL CATASTO DEL 1884.
Alla fine del processo di unificazione in Italia si dovettero unificare 9 compartimenti catastali diversi. Si dovettero superare problemi del tipo: diversi tipi di catasto (solo 15 su 24 erano geometrici particellari, ma uno di questo con rilievo a vista); diversi metodi e strumenti di rilievo; diverse unità di misura; diverse tipologie d’estimo; diversa moneta.
Non fu per niente un lavoro semplice, tanto è vero che furono emanate diverse leggi:
e ci vollero quasi venti anni per omogeneizzare i diversi catasti.
LO SVILUPPO URBANISTICO DI SANTA CROCE.
Tra il 1860 ed il 1880 Santa Croce si sviluppò in tre direzioni:
• A nord dove si sviluppò il quartiere Belpiano.
• Ad ovest dove si formò il quartiere Fontana
• A sud-
Dopo 40 anni passando dal catasto borbonico a quello del Regno d’Italia, nel censimento del 1881, S. Croce fece registrare 1679 partite catastali (contro gli 858 del 1843-
Il rilevamento catastale di Santa Croce iniziò l’11 maggio 1884 e terminò alla fine di luglio dello stesso anno. Fu effettuato dall’ingegnere Vincenzo Comitini, coadiuvato da altri tecnici, che era stato incaricato dall’Ufficio Tecnico di Finanza di Siracusa (vedi didascalia figura successiva). L’ingegnere divise il centro abitato in due parti da ovest ad est prendendo come spartiacque la via Fondaco (attuale via Bagni), la piazza Matrice (attuale Piazza V. Emanuele II) e Via Matrice (attuale Via della Repubblica). Un ulteriore espansione demografica e abitativa fu registrata nel censimento del 1901.
LA TIPOLOGIA DELLE CASE.
Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 molte delle vecchie case furono abbattute o migliorate tramite accorpamenti di più stanze, o la rifinitura della muratura e vennero costruite non poche case nuove. Sostanzialmente esistevano tre tipologie di case:
• Case monofamiliari a schiera ad uso popolare di circa 35/40 mq, chiamate in dialetto “casa arcova e cammarinu”, dove risiedeva la maggior parte della popolazione. Erano composte da un vano anteriore di abitazione, un’alcova (cioè una stanza delimitata da un arco per accogliere il letto matrimoniale), da una sovrastante solaio dove dormivano i figli maschi e da una stanzetta dove dormivano le figlie femmine. In un angolo della casa c’era anche il forno con il focolare “tannura” . La copertura era costituita da tetto con supporto in canne e gesso.
• Case con piano terra e primo piano oppure case terranee con 4/5 ambienti, dove abitavano ceti più agiati, piccoli proprietari terrieri, massari, capi mastri, agiati artigiani.
• Case palazzate ove abitavano famiglie borghesi e professionisti quali, medici, farmacisti, notai, avvocati.