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Il 17 luglio del 1085 morì Roberto il Guiscardo per cui Ruggero gradatamente cercò di liberarsi dal rapporto di vassallaggio, cioè di dipendenza, che aveva nei confronti del Ducato di Puglia, patteggiando alcune condizioni con il nipote Ruggero I, figlio di Roberto, al quale aveva prestato aiuti in diverse occasioni.
LA SITUAZIONE A MALTA
Verso la fine del X secolo il centro del Mediterraneo era un campo di battaglia per le tre grandi potenze dell’epoca: i Bizantini , i Musulmani e i Normanni. Dal IV al IX secolo Malta era stata sotto il dominio bizantino e nel’870 era stata conquistata dagli Arabi, con i quali vi fu un importante periodo di tolleranza e rispetto per la religione cristiana.
La dominazione araba sarebbe finita nel 1091 (dopo circa due secoli) con la conquista dei Normanni provenienti dalla Sicilia.
I PREPARATIVI PER LA PARTENZA: LUGLIO 1091
Risolto il “problema Puglia” Ruggero I s’interessò a difendere ciò che aveva conquistato, pertanto per proteggere i territori più a sud da un possibile attacco arabo pensò di conquistare Malta e Gozo, sentinelle avanzate nel Mediterraneo. Da qui infatti i Saraceni avrebbero potuto, con le loro incursioni, preoccupare i Normanni.
Così nel luglio del 1091 Ruggero I d'Altavilla transitò nel ragusano per imbarcarsi da Capo Scalambri per andare a conquistare l’arcipelago maltese. Il nostro territorio fu fortemente coinvolto in questa spedizione. La flotta doveva salpare proprio dalla spiaggia di Kaucana, così come era già successo con Belisario nel 553. Tutta la zona costiera da Punta Secca fino a Marina fu messa in fermento dalle truppe che arrivavano dalla Calabria e dal resto della Sicilia.
Ecco come nel 1358 Fra' Simone da Lentini ci racconta l'avvenimento (racconto tradotto in italiano):
"Presa che fu tutta la Sicilia, e il conte Ruggero, abituato nell'esercizio delle armi, non poteva smettere di combattere e, ascoltando che Malta era vicina alla Sicilia, egli si mise in cuore di conquistarla e comandò che si preparassero le navi e l'armata per mare e che i suoi cavalieri siano pronti per passare a Malta ..... e poi ordinò che ogni uomo tornasse a casa sua si preparasse per andare a Malta nello spazio di 15 giorni, e poi tutti venissero al porto si Scalambri (Punta Secca o Caucana), perchè da lì dovevano salpare le sue navi. E il giorno determinato venendo la gente di Sicilia e di Calabria, nel mese di luglio, a quel porto, il Conte ordinò che ogni uomo doveva montare sulle navi."
Con il Conte Ruggero c'erano numerosissimi soldati originari di zone diverse della penisola e dell'isola, cioè da tutte quelle terre che i Normanni controllavano già direttamente o indirettamente. Fu proprio in quell’occasione che tutta la scogliera che da Casuzze arriva fino a Marina fu chiamata "Timpe Longobardo" probabilmente perché in aiuto di Ruggero arrivarono i soldati longobardi dell’Italia meridionale.
Suo figlio Giordano lo pregò di concedergli di guidare l'impresa, ma lui si adirò ricordandogli che "essendo primo nella spartizione delle conquiste, primo voleva entrare nei rischi e peripezie delle stesse". Poi comandò al figlio che durante la sua assenza doveva scorrazzare continuamente in Sicilia con le truppe, senza mai fermarsi in una città, in una fortezza, o in un castello.
IMPORTANZA STRATEGICA DIEL NOSTRO TERRITORIO.
Nell’attraversare il territorio ragusano al Conte Ruggero non sfuggì il benessere che c’era dappertutto, abbondanza d'acqua, ampia estensione delle colture e dei pascoli. Non solo, ma si rese subito conto che questo angolo dell’isola era altamente strategico per la difesa ed il controllo del territorio grazie alla vicinanza del porto di Rasacambra, che consentiva scambi commerciali con Malta, l'Africa, l'Oriente e l'Occidente.
Così, fra sè e sè, decise che al ritorno da Malta avrebbe elevato Ragusa al grado di "Primaria Signoria" alla pari di quele di Siracusa, Catania, Patti, Butera, Lipari e Noto, e l’avrebbe assegnato al figlio Goffredo.
LA CONQUISTA DI MALTA.
Ruggero, dopo aver fatto dare fiato alle trombe fece togliere le ancore e sciogliere le vele alla sua nave, che dopo il secondo giorno di navigazione era nelle acque di Malta. Prima fra tutte ad avanzare fu la sua nave, e fu il primo a sbarcare con i tredici cavalieri che aveva con sé. Cominciò a contrastare alcuni Musulmani dell'isola aspettando l'arrivo e lo sbarco delle altre navi e quando furono tutti assieme si accamparono per passare la notte sulla spiaggia.
Il giorno dopo disseminò prima i cavalli per la campagna, poi mosse contro la città con il grosso dell'esercito. Non trovò grossa resistenza i musulmani si arresero subito.
Scene di giubilo ci furono quando furono liberati i cristiani segregati sull'isola, cantando salmi di ringraziamento si buttarono ai piedi di Ruggero il "liberatore" li distribuì nelle navi fino all'inverosimile, che quasi temevano di andare a fondo per il troppo peso poi salparono per la Sicilia.
Anche l'isola di Gozo fu saccheggiata, e assoggettata in nome di Ruggero, il quale quando vi giunse, concesse ai cristiani residenti la libertà, offrì loro quei terreni, promettendo gli strumenti agricoli per coltivare la terra e l'esenzione perpetua dalle tasse, ma voleva che edificassero sul posto come ricordo di quella liberazione una nuova città col nome di Villafranca.
Ma a quasi tutti, passata l'euforia, la cosa non era gradita, perché ognuno voleva ritornare al proprio paese da dove era partito. Pur contrariato, Ruggero, mise a disposizione le navi che dovevano traghettare in Sicilia gli ex sventurati.
Gli Arabi di Malta si arresero rapidamente (o perchè non erano in grado di fronteggiare le forze normanne, o perchè non abituati ad usare le armi) e furono costretti a chiedere la pace che ottennero alle seguenti condizione:
• Mettere in libertà tutti gli schiavi cristiani.
• Tutti i cavalli e le armi dovevano essere consegnati ai Normanni
• Pagare una grossa somma di denaro e in avvenire un tributo annuo.
• Far giuramento che avrebbero aiutato il conte quando e come lo avesse richiesto.
• Consentì ai cristiani e ai musulmani la libertà di culto e volle che le due etnie dovevano essere trattati allo stesso modo.