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PROGRAMMA DI CRISTIANIZZAZIONE E RILATINIZZAZIONE.
Per i Normanni il gusto dell’epopea, la lotta contro i saraceni e la difesa della fede erano indissolubili. Per influsso divino si reputavano gli unici giustizieri in grado di salvare i cristiani di Sicilia, sia di culto greco che latino, dalla minaccia musulmana. Inoltre erano convinti che le strutture religiose consentivano di monitorare quotidianamente non solo fatti e situazioni, ma anche il rapporto esistente fra chi vi abitava e chi religiosamente gestiva e curava lo stesso territorio. Forte di questo principio, il Gran Conte Ruggero I d’Altavilla, avviò nell’isola un vasto programma di cristianizzazione costruendo cattedrali e chiese un po’ dovunque.
Fu così che, tra il 1095 e il 1101, fece restaurare le cadenti strutture dell’importante e molto noto monastero di San Filippo di Agira (di cui parleremo più avanti) .
DUE IMPORTANTI FONDAZIONI MONASTICHE.
E' importante parlare di queste due strutture religiose perchè condivisero, per più di trecento anni, le loro vicende con il Casale di Sanctae Crucis de Rasacambra (e indirettamente con il territorio di Casuzze). Ci riferiamo al Monastero di Santa Maria Latina di Gerusalemme (in questa pagina) e del Monastero di San Filippo d’Agira (nella prossima pagina).
Due prestigiosi monasteri molto noti e di grande reputazione durante l’altomedioevo, situati su sponde opposte del Mediterraneo e accomunate da una vita individuale quasi parallela.
IL MONASTERO DI SANTA MARIA LATINA DI GERUSALEMME.
Santa Maria Latina fu la più autorevole istituzione religiosa di rito latino in oriente nella Città Santa. Il monastero, fondato agli inizi del VII secolo, accoglieva una comunità di monaci benedettini, sotto l’autorità di un abate e fu voluto dal papa Gregorio Magno.
ALTERNE VICENDE.
La vita di questo monastero fu molto travagliata in quanto distrutto e riedificato più volte, nel 1909 fu sotto la protezione di Carlo Magno, nel 1009 fu abbattuto durante il califfato del sultano “Hal-
Il monastero fu ricostruito verso la metà del secolo XI grazie al cospicuo ed interessato finanziamento di mercanti amalfitani, che vi trasportarono merci e pellegrini. Gli Amalfitani ampliarono l’abbazia e riedificarono l’ospedale (embrione del futuro ordine degli Ospedalieri che fu militarizzato nel 1130 nei Cavalieri degli Ospedalieri). L’abbazia mantenne un forte legame con l’Occidente, le sue strutture ed il suo ospedale accolsero malati, indigenti, deboli e pellegrini. Apprezzata dalle più alte autorità (papi, imperatori, re, vescovi, prelati e comuni fedeli) ricevette sia in Oriente che in Occidente diverse importanti elargizioni sia territoriali che finanziarie. Particolare attenzione ricevette dagli Altavilla e dagli Svevi. L’abbazia subì gravissimi danni nel 1187 quando il condottiero e sultano Saladino riconquistò Gerusalemme.
DA S.GIOVANNI D’ACRI A S. FILIPPO D’AGIRA.
Il monastero fu ricostruito, ma la pressione musulmana e la scarsa presenza dei pellegrini, provocarono la sua lenta agonia, fino a quando i frati non decisero di trasferirsi a San Giovanni d’Acri, un po’ più a nord di Gerusalemme.
Ma nella primavera del 1291 la città di San Giovanni d’Acri fu conquistata dai musulmani che la strapparono ai Crociati.
L’episodio segnò la fine delle Crociate nel regno di Gerusalemme, a cui seguì l'estromissione dei Franchi dalla Terrasanta.
Gli abati di Santa Maria Latina di Gerusalemme fuggirono con due navi portandosi dietro quanto di più prezioso e molti oggetti di culto e approdarono a Messina.
Ma anziché stabilirsi nella “città dello stretto” dove esisteva un’importante e florida chiesa, decisero di rifugiarsi nel monastero di San Filippo di Agira.
Da quel momento in poi il monastero di Agira, da dipendente del monastero di S.M.Latina di Gerusalemme, cominciò ad essere considerato casa madre a tutti gli effetti e a svolgerne le funzioni.