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PERIODO NORMANNO (1086 – 1194)
Durante il periodo normanno esisteva a Scicli un’importante ed antica chiesa quella di S. Lorenzo, il cui nome era dato dalla contrada in cui era sorta. Nel 1392 questa chiesa fu spostata e trasferita in via S. Filippo e solo allora gli abitanti la chiamarono: La chiesa dei Santi Filippo e Lorenzo. Oggi questa chiesa non esiste più.
Dal 1150 fino al 1170 circa la chiesa di San Lorenzo poté godere di cospicui donativi, da parte dei signori locali, che ne accrebbero il prestigio e l’importanza. Purtroppo la mancata conoscenza, da parte degli storici, delle fonti storiche dirette che si trovano ad Agira, hanno fatto circolare notizie non veritiere su questo monastero, riguardanti soprattutto:
I rapporti della chiesa di S. Lorenzo con il casale di Santa Croce.
I rapporti di questa chiesa con la Latina.
PRESUNTA DIPENDENZA DEL CASALE DI SANTA CROCE DAL MONASTERO DI SAN LORENZO DI SCICLI.
Il Solarino consultando una bolla papale del 1303 rilasciata da Benedetto XII arrivò alla conclusione che “il casale di Santa Croce dipendeva dal monastero di San Lorenzo di Scicli”. Ebbene questo non può corrispondere al vero perché Jacques Fournier di Savardin indossò la tiara pontificia dall’8 gennaio 1335 fino al 25 aprile 1342, cioè quasi 32 anni dopo da quando fu redatta la bolla nel 1303.
A meno che il Solarino non intendesse Benedetto XI (Niccolò Boccassini di Treviso) che fu papa per meno di un anno, dal 27 ottobre 1303 al 7 luglio 1304.
Anche Elio Militello ribadisce impropriamente la dipendenza del casale santacrocese dal monastero dei Santi Filippo e Lorenzo di Scicli.
La verità è che, relativamente al periodo normanno non esiste alcun documento che comprovi la dipendenza della prioria di Santa Croce da quella sciclitana.
PRESUNTA DONAZIONE DEL CASALE AL CONVENTO DEI S.S. LORENZO E FILIPPO DI SCICLI SUFFRAGANEO DELLA LATINA.
Il Miccichè basandosi sui documenti riguardanti il casale di Santa Croce sosterrebbe che: “Silvestro, pronipote di Ruggero il Normanno, signore di Ragusa e conte di Marsico, donò nel 1151 il casale santacrocese al monastero benedettino dei S.S. Lorenzo e Filippo di Scicli, suffraganeo della chiesa di Santa Maria Latina di Geresalemme". Anche in questo caso si devono registrare diverse inesattezze.
Silvestro innanzitutto non era pronipote, ma nipote di Ruggero.
In secondo luogo non esistono documenti che possano comprovare la donazione da parte di Silvestro al Monastero di San Lorenzo.
In terzo luogo il monastero non si chiamava ancora dei Santi Lorenzo e Filippo.
In quarto luogo il monastero non era ancora una prioria benedettina.
In quinto luogo questo monastero non dipendeva dalla Latina.
Tre privilegi attestano quali fossero in età normanna le pertinenze della Latina in Sicilia.
IL DIPLOMA DEL RE RUGGERO II DEL DICEMBRE DEL 1151
Nel testo del 1151 non viene mai citata la chiesa sciclitana, le dipendenze citate sono: il monastero di San Filippo d’Agira, il monastero di Santa Croce, in capite Cambri, La chiesa di San Nicola, il casale di San Calogero di Sciacca, La chiesa di San Pietro di Vaccaria (nel territorio di Nicosia in provincia di Enna), la chiesa/prioria di San Filippo di Capizzi ( provincia di Messina), la chiesa/prioria di Santa Maria di Polizzi (in provincia di Palermo).
La chiesa sciclitana non può essere pertanto correlata con la Latina di Gerusalemme.
LA BOLLA DEL PAPA ADRIANO IV DEL 21 APRILE 1158
In questa bolla tra i possedimenti elencati presso Ragusa, il papa non cita la chiesa di San Lorenzo di Scicli; mentre fa esplicito riferimento all’ecclesiam et villam Sancti Petri de Rasacamara.
LA BOLLA DEL PAPA ALESSANDRO III DELL'8 MARZO 1173
Nella bolla di papa Alessandro III del 1173 la chiesa sciclitana continua a non essere nominata; mentre invece si parla dell’ecclesiam et villam Sancti Petri de Rasacamera.
Sotto i Normanni quindi la chiesa di San Lorenzo di Scicli non apparteneva alla Latina e di conseguenza non poteva avere rapporti con la prioria santacrocese, che già dipendeva dalla Latina da prima del 1120.